La valenza del Fondo Immobiliare: i risultati in Italia

Introdotti in Italia nel 1994 come strumento per agevolare le transazioni generando liquidità senza l’acquisizione diretta di un immobile da parte dell’investitore, i Fondi Immobiliari hanno nel nostro Paese una lunga storia con successi alterni.

La loro affermazione, infatti, nel nostro Paese non è mai stata veramente possibile, complice la crisi del settore immobiliare a cui si assiste da circa un decennio: gli investitori si sono trovati spesso di fronte a perdite in conto capitale, decisamente non incoraggianti per puntare sul real estate.

Stando ai dati, i prezzi degli immobili sono scesi fino al 50% dal 2007 ad oggi, in numerose città. Tale calo ha avuto però l’effetto di attirare gli investitori stranieri, i quali dichiarano interesse in particolar modo per il settore retail e per i centri commerciali “prime”. Si inizia inoltre ad assistere all’affermazione del settore della logistica.

Tra questi vi sono hedge fund e vulture fund, come Blado Investments, il cui interesse negli asset italiani, nonostante possa lasciar pensare a una situazione di difficoltà, in realtà offre spunto per una vena di fiducia, in quanto senza la prospettiva di margini di ripresa, una società statunitense non avrebbe dedicato i propri investimenti all’Italia. Inoltre non va tralasciato il fatto che le offerte avanzate da tali fondi sono state rifiutate, poiché considerate troppo basse, indice di diffuso ottimismo.

Il Fondo Immobiliare, tuttavia, si dimostra uno strumento valido: stando all’ultimo rapporto pubblicato da Assogestioni, al 31 dicembre 2015 il patrimonio complessivo dei fondi immobiliari italiani ammontava a 32,5 miliardi di euro, in confronto ai 31,3 registrati a fine 2014.