Sembra promettere bene il 2017 per il mattone italiano: nei prossimi mesi la domanda di investitori stranieri nel Paese è destinata a crescere ulteriormente, grazie anche al potenziale attrattivo esercitato da città come Milano. Lo evidenzia il Global Commercial Property Monitor elaborato sul primo trimestre dell’anno da Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors), che ha intervistato i principali operatori del settore provenienti da circa 1.700 aziende.
Sul fronte degli investimenti la richiesta aumenta in tutti i settori: in misura maggiore per il retail, piuttosto moderatamente invece nel comparto industriale. Lo stesso trend riguarda anche il mercato degli occupier, che sembra preferire più gli spazi ad uso ufficio e retail rispetto a quelli industriali. L’attenzione è rivolta in particolare a Milano: il capoluogo lombardo è l’unico italiano a entrare nella top ten mondiale in settima posizione, mentre in quella europea è al sesto posto. Roma si posiziona ventottesima nella classifica globale dopo città come Zagabria, Bucarest e Atene: gli intervistati prevedono comunque per la città un capital value in linea con quello delle altre.
In generale sia l’Investment Sentiment Index che l’Occupier Sentiment Index (l’indice di attese sul livello di occupazione) relativi all’Italia sono in netta salita. Non a caso il 71% delle valutazioni effettuate dagli intervistati sul Paese spazia da “very cheap” (estremamente a buon mercato) a “fair value” (prezzo equo). Un buon risultato se si considerano altre realtà come il Giappone e la Svizzera, ritenute “expensive” (costoso) rispettivamente dal 90% e dall’80% del campione.
L’Italia, come gli altri Paesi dell’area europea, beneficia degli effetti della politica monetaria espansiva della Banca centrale europea che, come ha spiegato il Presidente di Rics Italia Daniele Levi Formiggini, ha portato a una maggiore disponibilità di credito. Performance altrettanto positive nell’ambito degli investimenti si riscontrano infatti in Spagna, che supera Ungheria, Repubblica Ceca, Germania e Irlanda. In 22 Paesi dei 32 coinvolti dallo studio cresce inoltre l’Occupier Sentiment Index: in testa Madrid, Budapest, Dublino, Monaco, Berlino e Lisbona. Lo studio riporta un altro dato particolarmente interessante: stando al campione, le città europee che potrebbero trarre vantaggi dalla Brexit sono Amsterdam e Dublino, destinazioni potenzialmente preferite dalle aziende che sarebbero intenzionate a lasciare il Regno Unito dopo l’uscita dall’Unione Europea.